My story – parte 5

Dopo tre mesi di salti con Paolo ero capace a chiudere un pò di trick, ma con la morte di mio nonno ho lasciato la moto per un altro anno, ero impazzito dal dolore. Ho reagito come uno stupido, ho preso una mini cooper e nei weekend andavo a fare il fighetto in città, non ero più io!!!!!!!!! Finalmente a fine anno ricevo una telefonata di Jader Toninello che mi dice di ricominciare e non mollare, cavolo Jader che mi chiama….. era uno dei miei miti, insieme a Bianconcini, Monti ed Alvaro, così in quattro e quattrotto ricomincio e di lì a pochi mesi la Daboot mi accoglie sotto le sue ali. Da quel momento non ho mai più lasciato il Freestyle Motocross.
Grazie, grazie davvero a tutte le persone straordinarie che mi hanno circondato!!!!!!! Ancora un pò della mia vita.
Gigliola, mia cugina prima, che di cognome fa Guerinoni, è soprannominata La Mantide, ed è stata dieci anni in carcere e dieci anni relegata in convento perchè implicata nel cruento assassinio di un uomo che si diceva fosse suo amante. La verità non si saprà mai, tra asce insanguinate e ritrovamenti di cadaveri, in famiglia si sa solo che è finita in prigione per coprire qualcuno che altrimenti l’avrebbe uccisa.
Così, quando con la mia moto volo in aria a testa in giù, a volte faccio fatica a svuotare la testa da storie e pensieri e concentrarmi.
Adesso giro Italia ed Europa a fare show con la mia KTM.
Ma quando torno a casa mi godo ogni singolo momento, tra sbronze al Beer Room con gli amici di sempre, scorribande nei boschi con le Pit Bike, salti nei fiumi con le biciclette infuocate e pesca nei torrenti.
I love my bikeMi sono comprato un’ enorme e vecchia cascina con dieci ettari di terreno, prati e boschi di querce, qui mio fratello mi stà ristrutturando la casa ed io stò costruendo il mio Park personale in mezzo al paradiso terrestre, rampe ed atterraggi, passerelle da North Shore per le bici, piste per le Pit Bike ecc ecc.
In giro per il mondo tra Show e Party affollatissimi, magari a fare da stuntman nei film di Rocco Siffredi, nella sua reggia di Budapest, dove mentre si salta si interagisce pure sul set, oppure ospite con la moto in enormi discoteche da tremila posti. Ma quando torno ho bisogno di solitudine, intimità e calore umano e qui trovo tutto e so che lo troverò per sempre.

La cosa che mi rilassa di più?
Lavorare il legno grezzo di castagno, costruirmici il letto in cui dormo e qualche mobile, lavorare questo legno, antico, forte, onesto e saggio, che cresce senza chiedere niente e da tanto, tantissimo, ti riscalda le ossa e l’anima, un legno che mi ricorda così tanto mio nonno che non potrei starne lontano nemmeno se lo volessi.
Buon viaggio a tutti quanti e sopratutto a nonno Giovanni che è sempre stato quello che che è andato più lontano e che continua a farlo.

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